Uno stage costruttivo

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    Il mondo sta cambiando in tutti i suoi aspetti.
    Stanno evolvendo la tecnologia, i trasporti, il mercato automobilistico, l'amore e il lavoro.
    Dell'aspetto lavorativo se ne è accorto anche Francesco, 36 anni, ingegnere informatico, licenziato per tagli sul personale dalla sua prima e unica azienda post laurea.
    Sposato da 5 con Valentina, infermiera di pronto soccorso, e padre di Stefano, bimbo di 3 anni vivace e simpatico con tutti, si ritrova a dover cercare qualsiasi impiego possibile per poter arrivare a fine mese dignitosamente, arrotondando lo stipendio della moglie.
    La Vale, come ama chiamarla lui, cerca di fargli forza rassicurandolo che le spese son ben coperte, ma semplicemente dovranno rinunciare ai loro sfizi, e a quelli del bimbo.
    Come ogni padre di famiglia che si rispetti, in cuor suo si sente inutile; anzi, gli fa ancor più male vedersi "mantenuto" dalla moglie, costretta a svolgere turni extra per qualche spicciolo in più.
    Francesco, passata la notte a ricostruire e perfezionare il curriculm con l'ausilio di qualche buon caffè, già alle prime ore della mattinata inizia a consegnarlo a macchia d'olio per l'intera provincia, si iscrive in alcuni uffici di collocamento, e posta inserzioni sui suoi profili social.
    L'attesa di una chiamata lo innervosisce, lo stressa e lo rende ingestibile, lui solitamente allegro e pacato.
    "Sono passati 9 giorni da quando ho consegnato i curricula, ma nessuno si è fatto vivo. Che cazzo mi resta da fare più di così? Andare a prostituirmi?"
    "Stai tranquillo" ribatte Valentina, "sei una figura ricercata, vedrai che qualcuno noterà la tua scheda e ti contatterà".
    Dopo 48 ore circa dallo sfogo, suona il telefono.
    "Pronto?"
    "Parlo col signor Poli?"
    "Si sono io. Chi mi ricerca?"
    "Sono Monica, amministratore delegato della M.I.P. spa. Ho visto il suo curriculum e saremmo interessati a fare un colloquio con lei domani pomeriggio. E' libero?"
    "S-si..si! Certo!"
    "Ok! La aspettiamo alle 15. Buona giornata."
    Non è mai stato più orgoglioso di sè stesso come in questa occasione. Poteva riprendere la sua importanza in famiglia, e agli occhi della moglie.
    "Amore domani ho un colloquio di lavoro. Appena torni ti scopo come ai vecchi tempi!!!"

    Rilassato per la meravigliosa notte di sesso con la moglie, la sveglia delle 8 non è mai stata salutata così benevolmente come stamane.
    Colazione, allenamento, doccia e pranzo, prima di prepararsi mentalmente, e soprattutto fisicamente.
    "Buongiorno. Sono il signor Poli. Ho un appuntamento con la signora Monica."
    "Prego. La sta aspettando nel suo ufficio in fondo al corridoio a sinistra".
    Con passo tremante e mani sudate, si avvia in direzione indicata; di fronte alla porta, un bel sospiro prima di bussare.
    "Preghi, entri pure" si sente provenire con voce femminile ma decisa dall'interno.
    L'impressione avuta al primo sguardo scioglie Francesco; bella donna sulla quarantina, bionda, atletica, formosa nei punti giusti, con un vestitino nero scollato e dei tacchi a spillo a renderla ancor più accattivante.
    Dopo i convenevoli di rito, e quesiti più o meno specifici dove può sfociare tutto il suo sapere, viene invitato ad iniziare quanto prima.
    "Sono a completa disposizione. Anche domani se desidera. Non vedo l'ora."
    Di bene in meglio; non solo è riuscito ad ottenere un colloquio, ma addirittura il lavoro stesso, seppur sia uno stage con retribuzione minima.
    La giornata passa troppo lentamente, non stando nella pelle di intraprendere un nuovo percorso dove poter imparare e dimostrare tutto il suo sapere.

    "Buongiorno signora Monica. Sono pronto."
    "Chiamami solo Monica per favore. Ed eccoti la lista delle cose che dovrai fare oggi."
    Forse, l'inizio non è proprio come se lo aspettava.
    Portare i giornali al quarto piano, cambiare i toner delle stampanti, 2 caffè macchiato caldo per le 10, e trascrivere gli indici delle borse europee in un quaderno.
    Eseguito tutto con il sorriso, si ripresenta in ufficio da monica alle 12.15.
    "Eccomi Monica, ho finito i lavori di stamattina. Che posso fare ora?"
    "Come te la cavi con i massaggi?"
    "Ehm..messaggi?"
    "No no! I massaggi? Hai presente quelli che si fanno sul collo, schiena..?"
    "Non son un esperto ma me la cavo"
    "Ecco allora per favore fammelo al collo, e se ti disturbano abbassa pure un pochino le bretelle".
    Sgomento misto eccitazione, esegue.
    "Oh si, bravissimo. Proprio lì sento male. Devo avere una contrattura perchè son tutta tesa. Aspetta che ti abbasso le bretelline anche del reggiseno".
    L'aria della stanza comincia a scaldarsi, e pure Francesco non riesce a rimanere indifferente, soprattutto dopo aver sbirciato il decolletè ed aver notato il reggiseno in pizzo bianco, tralasciando in bella vista un capezzolo fare capolino.
    "Sei molto più bravo di mio marito. Se non ti assumo come dipendente, sarai il mio massaggiatore automatico" lo istiga facendogli l'occhiolino.
    "Grazie mille Frà. Per oggi basta così, puoi andare. Ti aspetto stasera a casa mia per le 20.30 che ti spiego come fare il lavoro dei prossimi giorni visto che sarò in Spagna fino a mercoledì. Più tardi ti invio l'indirizzo".

    "Pronto..amore.."
    "Che vuoi..c'è il triage pieno di gente..non ho tempo".
    "Stasera porto il bimbo da mia madre perchè devo andare a parlare con Monica a casa sua e quindi devi recuperarlo tu".
    "Perchè a casa sua?"
    "Si...sembra strano lo so...ma che posso farci...".
    "Beh farci niente...direi!!...cosa volevi?pure un pompino?"
    "Sei sempre la solita oh. Stai tranquilla che nessun'altra lo prenderà in bocca a parte te!"
    "Vorrei ben vedere. Sennò te lo taglio. A stasera."

    "Via Colombo, 3. Facciamo per le 20.00 perchè mio marito esce con gli amici e riusciamo ad anticipare un po'. Se quando arrivi vedi il Volvo bianco fuori aspetta, significa che è ancora a casa. A stasera."

    "Ok" pensa tra sè, "non vorrà dir niente che vuole esser a casa da soli. Mi sembra una donna seria, non credo voglia scoparsi l'ultimo arrivato visto per poco tempo."

    "Nessun problema. Attenderò in auto se dovessi arrivare troppo presto. Grazie per l'indirizzo. A stasera."

    "Si ma..che mi metto?"
    Aperto l'armadio, e farfugliata qualche imprecazione, trova la sua camicia bianca preferita, quella delle grandi occasioni con le proprie iniziali F.T. in risalto, sicuro di dar un'impressione migliore di sè. Poi, raccattati i jeans dallo scalto in alto dell'armadio, e dato una bella ripulita ai mocassini, sistema il bimbo per portarlo alla madre.

    Arrivato, si parcheggia circa 50 metri da casa, notando in bella mostra il suv bianco luccicante sotto le luci del vicolo d'entrata.
    "Mio marito sta uscendo ora. Troverai la porta sul retro aperta. Io sono in idromassaggio. Quando entri chiamami che scendo."

    Come un furfante che attende di avere casa libera per svaligiarla, si nasconde dietro il volante della sua Focus, per nulla appariscente visto il lusso di questo quartiere.
    Parcheggiata l'auto dove prima, si incammina verso il retro, controllando eventuali rami ed ostacoli per non inciampare.
    Come avvisato, porta socchiusa per lui; entrato in cucina, rimane sbalordito dal lusso e dall'atmosfera creata dalle luci soffuse. Guardandosi attorno, si incammina nel salone, arricchito da un tavolo in legno pregiato con un mucchio di scartoffie sopra, che richiama il divano a 4 sedute ed il tv da 60".
    "Monica...."..."Monica!" più forte e deciso.
    "Arrivo Frà. Mi asciugo e scendo. Accomodati al tavolo. Se vuoi intanto guarda le carte sul tavolo".

    Dopo 2 minuti scende.
    La sorpresa è particolarmente piacevole, da confondere le idee di qualsiasi uomo; non ha il solito outfit da ufficio, seppur sexy, ma una semplice vestaglia di raso color oro, seno bene in risalto, e capelli sciolti e ancora umidi.
    "Ciao Frà. Scusa ma amo starmene in idromassaggio quando sono a casa. Vuoi bere qualcosa?"
    "No no grazie. Sto bene" risponde, con sguardo del "vorrei ma non posso" indirizzato alla sua quarta di seno.
    "Allora. Questi sono i compiti che devi fare nei prossimi giorni. Ovviamente per qualsiasi dubbio puoi chiamarmi. Spero di poterti rispondere in breve tempo. Leggili e fammi sapere se hai dubbi."

    Dopp 5 minuti di attenta lettura: "No non mi sembra ci sian problemi. Dovrei riuscire a far tutto con facilità. Beh allora grazie. E ci vediamo quando torni."
    "Si certo. Grazie e buon lavoro."
    Intento ad aprire la porta sente nuovamente la sua voce.
    "Frà scusa. Posso chiederti un favore?"
    "Si dimmi. Volentieri."
    "Stamattina il tuo massaggio mi ha rigenerato. Me ne potresti fare un altro per favore? Mi farei una bella dormita sicuramente."
    La situazione è troppo pericolosa. Tra sè e sè vorrebbe, ma teme possa sfociare in altro. D'altro canto, dire no al capo non sarebbe la soluzione migliore.
    "Si certo."
    Scoperte le spalle, e mezzi seni scoperti, inizia. Prima il collo, poi le spalle, per scendere fino a metà braccio, apppggiando volontariamente il suo braccio sul seno.
    "Mi togli una curiosità?".
    "Si".
    "Quanto è lungo il tuo pisello? Stamattina notavo che si vede discretamente il tuo pacco".
    "Ehm...devo proprio risponderti?", ribatte con imbarazzo, ma curioso di capire fino a dove si spingerà.
    "Dai. È una curiosità."
    "È da anni che non lo misuro, ma è intorno ai 20 centimetri".
    Il sorrisetto beffardo, con annesso morso del labbro, non promette nulla di buono.
    Poco dopo, con la testa, cominciq ad appoggiarsi, strusciarsi, sperando di risvegliare qualcosa lì sotto.
    "Dai, siamo sposati. Non facciamo fesserie."
    "Me lo fai vedere? Scegli tu se in erezione o meno. Ma sono curiosa."
    "Che cazzo faccio adesso?" , il primo pensiero di Francesco.
    "Se proprio vuoi, te lo faccio vedere duro."
    "Ok. Rimango girata finchè ti si attizza."
    Seppur si stia aiutando con la mano, non si alza come al solito per l'imbarazzo.
    "Scusa ma non mi è facile così. Dammi un minuto."
    "E se faccio così? Ti aiuta?"
    In un attimo si sfila la vestaglia, mostrandosi tutto nel suo splendore.
    Seni sodi con capezzoli turgidi, ventre piatto, fossette nel bacino, e depilata ovunque.
    Il sussulto di Francesco è pressochè immediato.
    Seduta, Monica apre le gambe ed inizia a leccarsi un dito. "Questo aiuta a farti venire il cazzo duro?"
    "Beh..si. È' stato facile farmelo alzare così!".
    "Posso?", indicando il pene, chiedendo di poterlo toccare.
    Ormai in tilt, annuisce.
    Delicatamente, con un dito inizia ad effettuare un sali-scendi per l'asta, prepuzio, testicoli; poi con due, fino a prenderlo interamente in mano.
    "Com'è bello e grosso. Mi servon due mani per tenerlo tutto in mano. Complimenti per il tuo cazzo. Chissà se è pure buono" con sguardo sexy guardandolo dritto negli occhi, appoggiando la punta della lingua.
    "Vuoi scoprirlo?"
    "Oo si! Eccome"
    Senza professar parola, le spinge delicatamente la testa, mettendoglielo quasi tutto in bocca.
    "Oh si, succhiamelo puttana". Le uniche parole uscite dalla sua bocca, in un impeto di eccitazione mai provata prima.
    Monica, esperta in fellatio, inizia questo dolce risucchio di quasi tutta l'asta, che con difficoltà riesce a inserirla tutta.
    Alterna movimenti tranquilli e ricchi di saliva, a movimenti veloci e ritmici, con l'aiuto della mano.
    "Ti piace come lo succhio? Ho sempre amato succhiare i cazzi, ed essendo la prima volta ti faccio venire dove vuoi ".
    "Mmm...voglio venirti su queste meeavigliose tette. Riempirle di sperma e vederlo colare".
    "No non si butta via nulla. Mi vieni qui e poi mi ripulirò con le dita".
    "Fai quello che vuoi, ma continua a succhiarmelo", spingendo nuovamente la testa verso di sè.
    Il miglior pompino della sua vita. Questo è l'unico pensiero che rimbomba nella sua testa.
    Seppur in cuor suo si senta in colpa per Valentina, non ha il controllo di sè e del suo pisello avvolto da quella magnifica ventosa, che con la lingua gli crea brividi per tutta la schiena.
    "Vuoi venirmi addosso mentte ti seghi guardandomi mentre mi masturbo?"

    "Va bene. Ma succchiamelo ancora un pochino. I tuoi pompini son favolosi. A quanti l'hai succhiato?"
    Monica, con un leggero morso al pene per la domanda, fa spallucce, non sapendo nemmeno lei a quanti abbia regalato piacere.
    "Non saprei. Forse una ventina. Ma il tuo è sicuramente nei primi per grossezza. E spero sia tra i primi per quantità di sperma."
    "Ora lo vedrai! Dai fatti un ditalino che sto per venire".
    Dopo un bacino di saluto al pisello, si lecca due dita e se le infila dentro, rimanendo sorpresa lei stessa di quanto sia bagnata.
    Messo di fronte, inizia a farsi una sega, incredulo ancora di aver ricevuto un pompino da uno splendore simile.
    "Occazzo!". Abbondanti schizzi di crema bianca raggiungono i seni e il viso di Monica, che attendeva il tutto con bocca aperta e lingua fuori.
    "Ma quanto ne hai?? Potevi dirmelo, avrei voluto ingoiarlo tutto."
    E mentre si complimenta, con una mano si ripulisce e lecca le dita come si fa con del gelato caduto sulla maglia.

    Soddisfatto, e svuotato, ammira questo fisico unto di sperma, con Monica ancora visibilmente eccitata e bagnata.
    Si inginocchia di fronte a lei, e con un timido accenno allunga la lingua verso di lei, iniziando a leccarla con sempre più vigore.
    "Ti piace se te la lecco così?"
    "Oh sì cazzo", gli urla.
    "È da molto che non lecco una figa, e mi mancava molto. E la tua è molto buona. E sai, a me piace inserir dentro un po di lingua...".
    "Che aspetti coglione!"
    Stimolando il clitoride con una mano, con le altre 2 dita si apre le labbra ed entra con più lingua possibile, assaporandone il gusto.
    L'eccitazione di Monica la fa sobbalzare sulla sedia, palpare il seno e leccarsi i capezzoli; vuole solo godere e raggiungere l'orgasmo.
    "Quanto cazzo sei bagnata? Ho il viso pieno del tuo liquido. Ora ti faccio venire."
    Mettendosi a leccare il clitoride, inserisce due dita dentro, alternando movimenti rotatori a movimenti ritmici di dentro/fuori, mamdando completamente in estasi il capo.
    Più lei urla, e più lui si sente potente, forte, virile e masculino.
    Nemmeno due minuti dopo, un urlo rimbomba nella stanza, e preso di forza viene spinto sul tetto di Monica mentre lei, ansimante come poche volte nella vita, sussulta con l'intero corpo, non controllando più nessuna terminazione nervosa
    "Se sarai sempre in grado di farmi godere e venire così, ootre ad assicurarti il lavoro, non immagini quanto del tuo sperma ingoierò".
     
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