L'ultima confessione

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    Ginette
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    C'è una cosa di cui non parlo volentieri, non lo faccio mai ma il mio percorso mi ha portato qui e grazia all'aiuto del mio migliore amico che scrive per me questa lunga chiacchierata ho messo finalmente il punto. Vi dirò quindi che questo tasto dolente è il rapporto dei miei genitori distrutto da un evento della mia vita che già vi ho raccontato. Per alcuni ormai è appurato che utilizzi questi miei racconti come "sfogo" terapeutico suggerito dalla mia psicologa e, anche se inizialmente avrei dovuto solo scrivere esclusivamente per me siete diventati tutti i miei piccoli psicologi che hanno contribuito a risanare tutti i problemi che avevo e che, in parte ho ancora.

    Questa è quindi la trascrizione di una lunga chiacchierata davanti a un caffè.

    Parlai già di mio padre descrivendolo per quello che era, taciturno, solitario, autoritario. Ma era anche (ed è) un uomo fantastico, con una cura del corpo, della mente e del fisico pazzesca. L'ho sempre amato e sempre lo amerò.
    Questo racconto non l'ho scritto da sola, ripeto, non ci riuscivo, sono stata aiutata e poi dopo avermelo passato e averlo letto, corretto, riletto ho deciso io quando e come postarlo.

    Un anno e tre mesi dopo averlo finito.

    Oggi. Nella mezza giornata di riposo in un lavoro estivo non esattamente canonico.

    Tutto accadde una giornata di agosto di un sacco di anni fa a cavallo di ferragosto e i miei si erano separati non da molto per quella questione con mio cugino di cui si davano la colpa a vicenda.
    Mia madre una volta andata via esplose di vita, si dedicò a se stessa e ricominciò quasi subito a frequentare altri uomini, se prima eravamo come sorelle diventammo come gemelle, sembrò ringiovanire di dieci anni e il nostro rapporto divenne confidenziale, goliardico e vivo; ma mio padre, mio padre no. Sapevo che si vedeva con lei ogni tanto e sapevo che c'era del sesso perché si piacevano da morire ma lui ne soffriva e si stava spegnendo. Si chiudeva in una routine di lavoro e sfibrante esaurimento di palestra ed esercizi a casa, quasi fosse una droga.
    Si masturbava, lo sapevo, lo avevo visto ma... Lo faceva in un modo in cui mi mise paura, violentemente, con rabbia.
    Quel giorno però... Da quel giorno divenni la sua mogliettina. Già in casa pensavo a tutto io, cucina, pulizie, ecc e in vacanza eravamo soliti riposare insieme.
    Ma ero, e sono sua figlia, mai avrebbe e avrei pensato che mi accettasse.

    Era una afosa giornata di agosto.

    Me lo ricordo come ieri.

    Eravamo sul lettone e lui dormiva già, io leggevo un Topolino o un almanacco disney comunque, vestivo con una canotta e gli slip del costume, quello a righe, il mio preferito, lui con i boxer da boxe, i suoi preferiti.

    Leggevo una avventura di paperino legata credo alla parodia di qualche saga epica ma mi distrassi quando vidi sotto la stoffa dei boxer di papà qualcosa muoversi, stava avendo una erezione.
    Tutto era silenzioso a parte le cicale, il vento e un rumore ritmico che non ho mai capito cosa fosse. Ma c'era ogni anno, per ore nel pomeriggio, come un eco lontano. Lui dormiva mentre da sotto i boxer la sua mascolinità si stava gonfiando. Le mie memorie mi fanno ricordare un sesso ciclopico ma per quanto sia davvero notevole non credo fosse così gigantesco davvero.
    Chiusi il fumetto e lo guardai, lo potevo scorgere in tutta la sua distensione, a volte lo guardavo in viso, lo guardavo dormire, a volte il mio sguardo scendeva sul sesso e quindi...
    Allungai...
    La mano...
    Era caldo, bollente, duro...
    Lo saggiai con cura percorrendo tutto. Lo tirai fuori e lo masturbai per qualche attimo, lenta lenta, con cura, delicatissima, gustando ogni movimento, ogni vena gonfia, ogni pulsazione.
    L
    entamente papà si svegliò e mi fissò incredulo.

    Mi si gelò il sangue, mi tremavano le mani... Prima rallentati il ritmo della sega, poi mi fermai e lasciai quella carne lentamente con il cuore che sembrava volermi schizzare dal petto, non riuscivo a respirare. In quella stanza non si udì una parola, mi bastò il suo sguardo.
    Poi il silenzio si protrasse per due giorni, in casa divenni un fantasma, tutto era meccanico, di pura routine, tutto come prima ma tra noi due si erse un muro, poi per altri due giorni, poi per altri due finché dopo l'ennesima sera passata a piangere in bagno o in spiaggia mi decisi e dopo che tutto cadde nel silenzio della notte e del sonno estivo mi alzai dal letto, attraversai l'appartamentino ed entrai in camera sua.
    Ricordo i miei passi scalzi nel corridoio, le luci dalla finestra, l'insegna di un hotel che mi è sempre sembrato un posto di lusso pazzesco ma che anni dopo scoprii essere tutta apparenza.
    Mi fermai ai piedi del letto.
    Addosso una magliettona a farmi da vestaglia. Una magliettona di she-ra.
    La principessa del potere anche se la comprai per la presenza di Catra sull'immagine.
    Ero piccola? No. Ma she ra la adoro ancora ora.
    Pure quella nuova.
    -Papà- lo chiamai, nella penombra lo potevo vedere chiaramente. Si voltò verso di me con un sobbalzo.
    -Benedetta, cosa ...- iniziò col dire ma io lo fermai sul nascere.
    -No papà, aspetta, guardami ti prego, guardami perché io mi sento distruggere, mi sta scoppiando il cuore, muoio così-
    Ci fu un momento di silenzio. lunghissimo. Interminabile.
    -Io ti amo moltissimo. Ti amo moltissimo a tal punto da volerti tutto, volerti dare tutto e non riesco a pensare al fatto che mamma per colpa di...-
    -Ne abbiamo già parlato di queste cose...- mi interruppe.
    -Si lo so ma l'altro giorno, quello che stavo facendo è quello che volevo fare, una coccola speciale dettata dal mio amore pà- dissi -dettata dal mio amore- ripetei battendomi sul petto -volevo occuparmi anche di questo, me lo sentivo e in qualche modo sentivo che ne avevi bisogno. Non stavo facendo nulla di male-
    Ci fu una pausa di silenzio lunghissima.
    Ancora. Sentivo il respiro nella stanza, cadenzato e ritmico.
    -Ma sono tuo padre Benedetta, queste cose non dovrebbero esserci-
    -Perchè?- chiesi.
    Malgrado sembrasse voler dire qualcosa non mi rispose.
    Scosse il capo.
    -Io lo volevo pà. Tu mi hai fermata perché non era giusto o perché non volevi?-
    -Ti ho fermata perché non dovrebbe esserci quel genere di cose tra di noi- mi disse.
    -Perchè?- chiesi sedendomi sul letto a gambe incrociate.
    Mio padre non rispondeva, si sdraiò si mise un braccio sul viso e io come quando ero bambina mi sdraiai accanto a lui abbracciandolo e mi addormentai.
    Il giorno dopo tutto sembrava tornato magicamente alla normalità. Andammo a fare la spesa, a prendere il giornale e poi in spiaggia.
    Una volta a casa preparai, me lo ricordo come fosse ieri, la pasta con il sugo di granchio e telline, il tutto mangiato senza tv accesa.
    La tv si vede in camera, in un placido e caldo pomeriggio estivo, sul letto grande e nel dopopranzo ci vedevamo magnum p.i. e Charlie's Angel, che adoro tutt'ora. Poi lui si addormentò ed io passai al libro del signore degli anelli o lo hobbit spegnendo la televisione, non ricordo bene cosa leggessi perché non appena il suo respiro si fece regolare mi distrassi dalla lettura, mi distrassi sul suo torso nudo, sui suoi pantaloncini acetato rossi dell'Adidas, il mio sguardo però si soffermò sui movimenti del suo sesso.
    Lo vedevo gonfiarsi sotto la stoffa e per questo muoversi portandosi dritto, era ipnotico. Era il primo che vedevo? No, e il sesso non mi mancava malgrado all'epoca non è che si facesse così tanto e spesso, comunque il mea culpa è saltato, non c'era null'altro che il desiderio nei confronti di mio padre, l'amore che volevo esternare, la mancanza che volevo riempire.
    Mi spostai di lato e mi tirai seduta in ginocchio, lo osservai dormire per vedere se il mio movimento lo avesse svegliato, ma invece no, nulla.
    Afferrai allora l'elastico dei pantaloncini e li trascinai via, gli slip invece lasciavano scorgere il grosso e spazioso glande scoperto oltre la metà. Quello di mio padre mi ha segnata, è per questo che adoro le cappelle grosse e formose, dove per formose intendo tonde, con una corona pronunciatissima, spaziose e ampie, si colpa... O merito, non saprei.
    Poggiai una mano sul suo ventre e la feci scivolare sugli addominali tesi e scolpiti, verso il basso fino alla base del sesso che strinsi, chiusi gli occhi, respiravo a fondo con il cuore che frullava come un motore impazzito, eccitatissima. Finii di spogliarlo e lo guardai, solo allora mi accorsi che era sveglio e mi guardava con un braccio poggiato sulla fronte. Non ci dicemmo nulla ma mi tirai in piedi in fondo al letto e mi spogliai anche io, lo feci piano togliendomi la maglietta e restando senza vergogna con il seno nudo esposto, mi feci scivolare via gli slip restando così nuda ai piedi del letto. Non fu uno spogliarello, non volevo certamente provocarlo, volevo farmi vedere, doveva vedermi per intero, ferma, con la volontà di farmi vedere come ero nella mia intenzione e non come quando ad esempio mi scorgeva uscire di doccia al camper o in camera mentre mi vestivo.
    Doveva vedermi nuda lì.
    Ora.
    In quel momento.

    Per lui.

    Ci guardavamo con una intensità vibrante, palpabile, emozionante, tesa.
    Poi lui feve un unico cenno col capo, in segno di assenso ed io scivolai lenta lenta su di lui, passai sopra di lui con il respiro pesante e mi abbassai con il viso sul suo, ci scambiammo un lungo e lentissimo bacio, non mi toccava, non mi sfiorava nemmeno immergendo e tuffando solamente le grandi mani tra i miei lunghi capelli in un continuo rimestare, stirare, avvolgere, carezzare.
    Era immenso in quel momento, avrei potuto sdraiarmi su di lui e dormire o navigare, come su una zattera.
    Mi adagiai sul suo corpo rilassandomi.
    Quando il mio seno gli toccò il petto lo sentii sussultare.
    Lo accarezzavo, baciavo, mordevo in un crescere di desiderio e quando iniziai a scendere e mi trovai a lambire il suo uccello col seno mi fermò il capo intenta come ero a baciare ogni millimetro del suo torace.
    -Bene...- mi chiamò col respiro pesante.
    Lo osservai dubbiosa -Che c'è?-
    -Hai avuto altri uomini vero?-
    Io annuii.
    -Oltre a tuo cugino intendo-
    Annuii ancora.
    -Non sei vergine vero?-
    Scossi il capo e lui ebbe un sussulto.
    -La mamma quando lo avete fatto non era nemmeno maggiorenne.- dissi tirando una staffilata fortissima a ciò che stava per dire.
    Lui sorrise e scosse il capo.
    -E lo hai fatto....-
    -Con una persona che amavo e che desideravo- continuai la sua frase.
    -Ma è stato lui...-
    -Gli ho chiesto io e lui non sembrava averne troppa voglia- lo anticipai. Più o meno era davvero così.
    -Sei diventata grande in fretta-
    -Il giusto, capendo quello che era giusto e sbagliato- dissi teneramente.
    Lui mi fissò a lungo senza parlare.
    Il mio seno era esattamente sopra il suo cazzo. Li, tondo, fermo, sodo e li fu la prima volta che mi toccò.
    Una sua mano enorme e massiccia mi prese il seno di lato e mentre tornava a baciarmi sorreggendosi col gomito opposto lo portò a contatto con il suo uccello. Io lo aiutai e così iniziammo.
    Questo fu l'inizio.
    Lo osservai, osservai il suo sesso mentre veniva stretto dal mio seno, mi adagiai su di lui e ne incrociai per un breve attimo lo sguardo, era tranquillo e desideroso, mi aveva accettata finalmente ed io lo raccolsi, mi adagiai comoda e iniziai a dargli quel piacere tanto amato dagli uomini che apprezzano i seni floridi, strinsi e mossi, muovendo le masse soffici il suo cazzo scompariva tra di esse e riemergeva, lo ascoltavo genere... Ritmicamente guardavo quella cappella fare capolino e scomparire tra le mie carni.
    Lo sfiorai con le labbra, lui mosse il bacino in mio favore, mi accarezzò il viso, con una mano lo tenne fermo dolcemente mentre solo la sua cappella mi scivolava tra le labbra. Mi stava imboccando.
    Lui. Ed io ero al settimo cielo.
    Venni.
    Venni.
    Ero tanto eccitata che questo suo iniziare a collaborare mi spronò a tal punto da godere, lo feci a occhi chiusi in un lungo e basso lamento e lui mi tolse di forza la testa, me la sollevò da quel gioco tanto desiderato lasciando cadere il suo sesso sul ventre, mollemente e venendo in un unico fiotto denso e poderoso che gli arrivò al petto.
    Il tempo si fermò.
    Ci fermammo a fissarci l'un l'altra e iniziammo a ridere. Era raro sentirlo ridere e questo mi riempì il cuore di felicità. .
    Si lavò mentre io inebetita fissavo il soffitto e mi lavai mentre lui si preparava per uscire, tornammo in spiaggia e mentre io mi divertivo con i miei amici lui tornò a chiacchierare con Rossella, sua sorella e il cognato ma era più leggero, più tranquillo. Presi il sole con loro e la sera tornammo a casa, saremmo usciti entrambi ed entrambi uscimmo, io rientrai prima di lui e mi svegliai sola, magari era rimasto fuori con Rossella.
    Una bella donna, mi faceva piacere pensarlo con lei.
    Passarono quattro giorni come se nulla fosse, come sempre in una vita di routine, poi una sera mentre guardavamo la tv gli chiesi.
    Gli chiesi di Rossella, parlammo di lei, di alcune donne del suo paese, di mamma.
    Di mamma fu generoso di racconti, sembrava volerla mettere in cattiva luce spiegando di rapporti a tre, quattro, della sua bisessualità ma gli strappati dalla bocca alla fine che tutto quello non gli dispiaceva e che, tutto sommato gli mancava. Queste cose le sapevo già ma lo lasciai spiegare, raccontare la morbosa gelosia di Assunta (l'amica di mamma che si era inserita nel loro rapporto), delle attenzioni di Antonio e Franco e confessai che Antonio piaceva pure a me.
    Lui mi guardava, vestivo alla solita maniera mentre lui come di consueto con dei pantaloncini, questa volta della nazionale del Brasile.
    Gli chiesi ancora di Rossella ma visto che non sembrava voler nulla di serio con lei mi accoccolai al suo fianco e lui girandomi intensamente e con amore mi baciò, io ricambiai con trasporto abbracciandolo e lui stringendomi un seno, lo massaggiava, ci giocava, mi ritornava i capezzoli, li strizzava, io infilando la mano nei boxer lo stuzzicava, lo segavo, lo accarezzavo, lui giocando con i capezzoli, io masturbando frenetica e finalmente... Finalmente le sue mani sulle mie tenere, grondanti e bollenti carni, venni subito, non appena sentii le dita dentro di me, perché mi afferrò infilando due dita, come se mi volesse trascinare tenendomi da li, ero del tutto su di giri, lui non si fermava e iniziò a baciarmi il seno, io persi la ragione, mi afferrai a lui, stringendolo, baciandolo, toccandomi in un valzer continuo, in un susseguirsi di attenzioni, di pause, di riprese finché senza chiedere nulla mi fu sopra e sentii il suo sesso farsi strada dentro di me.
    La cappella mi aprì facendosi strada piano piano, la sentii scorrere, scappucciarsi mentre io bollente gemevo fissandolo ardentemente.

    Dopo quell'evento mi ricordò spessissimo il mio sguardo allucinato.

    Era ciò che più volevo.
    -Posso?- chiese dopo avermi penetrata, immobile, dentro di me e muovendo solo quel poco che era penetrato.
    -Devi- gli risposi -Amami così... Intensamente-
    Stava quasi per sfilarsi, probabilmente per indossare un preservativo quando lo trattenni.
    -No, no pà, prendo la pillola. Resta dentro...-
    E iniziammo.
    Subito.
    Farlo con lui fu strano, fu un ritmo che cresceva, fu come nei film, che partì piano, dolcemente per poi crescere e crescere fino a diventare un martello pneumatico continuo destinato a fermarsi solo per una ragione. Mi ricordo di me sotto di lui con il seno che ballava in ampi movimenti dall'alto verso il basso ad ogni suo affondo, ogni suo affondo era quasi estratto da dentro di me e infilato a fondo, fino alla fine, spingendomi al limite ad ogni nuovo colpo, colpi che diventavano sempre più veloci, ansimante, poderosi, mi afferrò i glutei ad un certo punto, piantando la testa sul cuscino accanto a me, come una locomotiva mi penetrava a ritmo serrato fino a che non sentii il seme invadermi, riempirmi, mi tirai tutta, venni urlando. Lui non di fermò, rallentò un po', quasi si fermò respirando affannosamente per poi ricominciare, fondendosi con me da dentro, devastando i miei sensi, demolendo il mio cuore, il mio corpo, la mia mente, fui trasportata dal suo ritmo, dal suo tirarsi su, guardandomi dall'alto mentre diventavo totalmente sua, venni.
    Lo guardai sollevarmi le gambe e mettersi in ginocchio caricandosi il mio bacino come un cuscino leggero, senza soste venne ancora e venni con lui.
    Dopo che io ormai persa in quel ritmo venni mordendomi le mani ancora sotto il suo volermi incessante mi trasformai in una bambola di pezza trasportata dalle onde, trasportata da una corrente impetuosa e potente, che mi girava, mi afferrava, mi sollevava. Lo sentii ancora che ero carponi sul letto, con il viso sul cuscino, si fermò dentro di me con un ultimo colpo potente.
    Si sfilò lentamente, caddi di lato e lui con me.
    -Benedetta- mi chiamò.
    Io voltai solo la testa verso di lui.
    -Cosa Papà?- chiesi
    -Sei tutto quello che ho- mi disse.
    -Anche io ti amo- risposi.

    Questo è quello che voglio ricordare di mio padre, di me e lui. Un anno di amore puro tra me e lui. Di carne e sentimenti, poi mi presentò la sua ragazza e tutto tornò alla normalità. Quella normalità che dovrebbe esserci in famiglia, ma io ne ero gelosa, lo volevo per me. In quell'anno di complicità lui mi cercava e a volte lo cercavo io, il tutto un paio di volte a settimana.

    Non fini del tutto però, passarono più di vent'anni prima che mi cercasse ancora. Una sera che lo accompagnai in barca a pesca, cucinavo per lui e quando portai la cena sui divanetti col tavolino lui era lì, mangiammo chiacchierando, ci sdraiammo sul lettone della piccola cabina e dopo un lungo silenzio mi parlò.
    -Bene...Ti ricordi quando andavamo al mare a Roseto?- mi chiese.
    -Quando facevamo gli amanti o prima?-
    -Quando iniziammo a fare l'amore si-
    -Oh papà, certo che lo ricordo... È stato uno dei periodi più belli della mia vita-
    -È vero- rispose per poi far calare un lungo ed estenuanse silenzio.
    -Ci hai mai ripensato?- chiesi -A noi due intendo-
    -Molte volte- rispose.
    -Anche io sai?- guardandolo con lo sguardo fisso al cielo sorrisi.
    -Mi sei mancata molto- mi disse -Mi piacerebbe farlo ancora con te ora sai?-
    Lo osservai.
    -Adesso?- chiesi lanciando un'occhiata al suo sesso.
    -Ora che sei adulta intendo-
    -A me piacerebbe ora in questo momento sai papà?- dissi e lui si voltò a guardarmi.
    Il silenzio fu lungo e pesante, ansimante.
    -Adesso- disse e io lo baciai. Tornammo a baciarci dopo tanti anni di assenza, dopo troppo tempo di solitudine, le sue mani mi toccavano il seno da sopra la maglietta, si insinuano sotto sollevandolo, tirandomi fuori le tette dal reggiseno, le cercava avidamente mentre io in lui trovavo un uomo che aveva perso la sua insistente e massiccia virilità, le mie mani stringevano un sesso floscio, barzotto si ma floscio, che non sembrava voler rispondere alle mie attenzioni.
    -Mi dispiace Bene, ma sai....Non sempre.- stava per dire qualcosa ma io lo interruppi, gli imposi il silenzio sfilandogli il costume e mi sollevai davanti a lui lasciandolo cadere in terra.
    Tolsi i pantaloncini, tolsi la maglietta, tolsi il reggiseno e tolsi gli slip, lui non mi scollò minimamente gli occhi di dosso.
    Ci guardavamo con una intensità vibrante, palpabile, emozionante, tesa.
    -Sei bellissima- mi disse ed io scivolai lenta lenta su di lui, passai sopra di lui con la sicurezza di aver avuto decine di amanti, mi abbassai con il viso sul suo, ci scambiammo un lungo e lentissimo bacio, non mi toccava più, immergenlva e tuffava solamente le grandi mani tra i miei lunghi capelli in un continuo rimestare, stirare, avvolgere, carezzare.
    Era ancora immenso, avrei potuto sdraiarmi su di lui e dormire o navigare, come su una zattera.
    Mi adagiai sul suo corpo rilassandomi.
    Quando il mio seno gli toccò il petto lo sentii sussultare.
    Lo accarezzavo, baciavo, mordevo in un crescere di desiderio e quando iniziai a scendere e mi trovai a lambire il suo uccello col seno lo sentii gemere..
    -Bene...- mi chiamò col respiro pesante.
    Lo osservai dubbiosa -Che c'è?-
    -Non credo che...-
    Io scossi il capo sorridendo.
    -Mi lasci fare per favore?-
    Annuì ancora. Ridemmo.
    Il mio seno era esattamente sopra il suo cazzo. Li, tondo, fermo, sodo.
    Le sue mani enormi e massicce mi presero il seno di lato e ci chiuse dentro il suo sesso. Io lo aiutai mettendomi comoda, su di lui iniziai ad accompagnarlo nei movimenti abbassandosi quanto bastava per baciare la punta.
    Lo osservai, osservai il suo sesso mentre stretto nel mio seno pulsava, gli serrai in modo deciso la base e dopo un breve momento di movimenti di bacino suoi e poppatine mie mi ritrovai stretto tra le mie carni un cazzo gonfio e duro, iniziai subito a dargli quel piacere tanto amato dagli uomini che apprezzano i seni floridi, strinsi e mossi, muovendo le masse soffici il suo cazzo scompariva tra di esse e riemergeva, lo ascoltavo genere... Ritmico guardavo quella cappella fare capolino e scomparire.

    Lo sfiora con le labbra, lui mosse il bacino in mio favore, iniziai a lasciarlo facendo però scivolare tra le labbra il glande gonfio. Mi imboccava mentre immobile io lo accoglievo.
    In breve mi stava scopando la bocca mentre io golosamente leccavo e succhiavo, i miei gemiti si mescolavano al suono del suo sciacquettare dentro di me, frenetico, convulso.
    -Mio Dio Benedetta, è come quel pomeriggio- disse con un filo di voce.
    -Più o meno- sorrisi e bofonchiò a bocca piena.
    Si abbandonò a me, mentre lo succhiavo appoggiata a lui mi palpava i seni, mi stuzzicava i capezzoli, mi accompagnava i movimenti, mi scopava con rapidi movimenti del bacino ma non veniva, iniziava a farmi male la bocca, era ormai parecchio che andavo avanti e lui tra gemiti e lamenti era al settimo cielo.
    -Non vieni papà?- chiesi.
    -Non ci vuole poco tesoro, a volte non vengo nemmeno e torna moscio-
    -Ok- risposi facendomi in groppa. -Ci penso io- sorrisi e tenendolo con le mani iniziai a fargli sentire le mie labbra con la cappella ipereccitata. Lo usavo per eccitarmi, per masturbarmi, mi piaceva guardarlo che tentava di spingerlo dentro di me mentre io invece lo evitavo sollevandomi quanto bastava. Lo stavo facendo impazzire, tenevo le redini ma anche io cominciavo a sentire l'impulso e il bisogno di godere e quindi poco dopo iniziai la discesa mentre mio padre tenendomi dal seno mi accompagnava.
    Sentivo il suo sesso farsi strada e all'improvviso, senza preavviso riempirmi schizzando copiosamente il suo seme dentro di me. Mi godei la sensazione, seduta su di lui mentre ogni tanto gemendo ad alta voce dava colpetti di reni.
    -Visto?- chiesi -Bastava lasciare fare a me-perse subito l'erezione liberando lo sperma che mi era dentro.
    Mi accasciai sul letto.
    Mi addormentai.
    Era fresco quando mi svegliai, lo feci gemendo, già in sogno godevo, stavo godendo, mi svegliavo godendo e quando aprii gli occhi ero mossa ritmicamente con colpi lenti e controllato di mio padre, era notte fonda o mattina molto presto.
    -Pa....- mormorai.
    -Ne ho presa una tesoro... Ti voglio-
    Mi abbandonai a lui al fresco della notte, al vento del mare, non chiamo mai posizione, mi possedete così per un tempo indeterminabile, intontita dal sonno.
    -Stavi gemendo mentre dormivi- mi disse.
    -Ti sognavo papà- gli dissi.
    -Ti volevo- mi disse mentre io annuivo più e più volte.
    -Non fa nulla pà- gli dico -Dammi tutto quello che vuoi e puoi. Tutto quello che avresti voluto, dimenticati che sono tua figlia, ora sono la donna che ami-
    -che amerò per sempre-
    -Ci ameremo per sempre- dissi io.

    Ci amiamo per sempre io e papà.

    Fine.
     
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    Bel racconto,

    non so se è un errore di scrittura/copia incolla di una situazione ma mi sembra di leggere 2 volte all'inizio e verso la fine la descrizione dei seni
     
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    CITAZIONE (str8guy2 @ 13/8/2020, 12:15) 
    Bel racconto,

    non so se è un errore di scrittura/copia incolla di una situazione ma mi sembra di leggere 2 volte all'inizio e verso la fine la descrizione dei seni

    Volutissimo. È la stessa narrazione di quando ero più piccola
     
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  4. GAESBK
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    Senza essere volgare... Ma credimi leggendo ciò che scrivi e come narri le cose giuro che mi arrapo
    Sarò da far vedere?
     
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    CITAZIONE (GAESBK @ 13/8/2020, 14:15) 
    😲😲😲😲😲😲
    Senza essere volgare... Ma credimi leggendo ciò che scrivi e come narri le cose giuro che mi arrapo
    Sarò da far vedere?

    Naa, io ce la metto tutta.
     
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  6. GAESBK
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    Naa, io ce la metto tutta.
    [/QUOTE]

    In che senso 😂😂😂😂
     
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    Trasmettere quello che provavo in quel momento.
    Se eccita me, devo eccitare voi che leggete, in tal senso.
     
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    CITAZIONE (Strige @ 13/8/2020, 14:07) 
    CITAZIONE (str8guy2 @ 13/8/2020, 12:15) 
    Bel racconto,

    non so se è un errore di scrittura/copia incolla di una situazione ma mi sembra di leggere 2 volte all'inizio e verso la fine la descrizione dei seni

    Volutissimo. È la stessa narrazione di quando ero più piccola

    Ok, durante la lettura per un attimo ho pensato di aver perso il segno XD
     
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  9. Complesso di Edipo
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    Dio, che storia!

    Ho letto tutto impegnandomi a mantenere un ritmo lento, perché potessi ricreare nella mia mente la situazione e ogni singolo accadimento. Segnatamente, mi sono calato (perché non poteva che riuscirmi meglio calarmi) nella parte di un padre che si unisce a sua figlia e... sono impazzito!
    Non è stato agevole rigare dritto con la lettura quando emozioni vivide e profondissime, in ragione di dettagli così strutturati, annebbiano la vista!

    Ad ogni modo, da persona intrigata dall'incesto, non posso che empatizzare (pensare a una figlia e un papà che si amano così follemente fino ad unire i loro corpi... esiste un amore meglio dimostrato?). Così come, da appassionato della lettura di piacere, non posso che porgere i miei complimenti a te e ai tuoi coadiuvatori nel redigere la narrazione, davvero ben comunicata e particolareggiata (ribadisco: i dettagli, cavolo, i dettagli quanto mi hanno fatto impazzire!).
     
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    CITAZIONE (Complesso di Edipo @ 3/5/2021, 12:03) 
    Dio, che storia!

    Ho letto tutto impegnandomi a mantenere un ritmo lento, perché potessi ricreare nella mia mente la situazione e ogni singolo accadimento. Segnatamente, mi sono calato (perché non poteva che riuscirmi meglio calarmi) nella parte di un padre che si unisce a sua figlia e... sono impazzito!
    Non è stato agevole rigare dritto con la lettura quando emozioni vivide e profondissime, in ragione di dettagli così strutturati, annebbiano la vista!

    Ad ogni modo, da persona intrigata dall'incesto, non posso che empatizzare (pensare a una figlia e un papà che si amano così follemente fino ad unire i loro corpi... esiste un amore meglio dimostrato?). Così come, da appassionato della lettura di piacere, non posso che porgere i miei complimenti a te e ai tuoi coadiuvatori nel redigere la narrazione, davvero ben comunicata e particolareggiata (ribadisco: i dettagli, cavolo, i dettagli quanto mi hanno fatto impazzire!).

    Apprezzo moltissimo il tuo commento e io ringrazio te e per l'ennesima volta i due utenti del forum che mi hanno aiutata anche solo spronandomi ;*
     
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    Beh, siamo qui per condividere fantasie e avventure, non per giudicare.
    Puo piacere o no un racconto, spesso dipende dalla propria immaginazione.
     
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10 replies since 13/8/2020, 10:03   777 views
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